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A volte i ragazzi adolescenti sollevano improvvisamente questioni importanti, mettendo gli adulti in difficoltà. Quando viene chiesto loro se hanno mai fatto uso di marijuana, molti genitori vengono presi di sorpresa, si mettono sulla difensiva o diventano sospettosi.

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Tuttavia nuove ricerche confermano che i genitori che forniscono informazioni dirette, orientamenti o consigli su sostanze come la marijuana, hanno più probabilità di avere figli meno propensi alla sperimentazione di droghe. Ci si deve sentire perfino grati che un adolescente abbia messo la questione sul tavolo.

Indipendentemente da quale sia la propria storia, può essere d’aiuto considerare la domanda "Hai fumato l'erba?" come un’apertura piuttosto che come una domanda inquisitoria. Il ragazzo ha probabilmente altre domande più urgenti nascoste dietro a questa.


un adolescente che chiede: "Che scelta hai fatto?"
si chiede spesso: "Che scelta devo fare?"


Che ne sia consapevole o meno, un adolescente che chiede: "Che scelta hai fatto?" si chiede spesso: "Che scelta devo fare?"

Molti genitori si sentono rivolgere la domanda quando i figli sono solo alla scuola media. Sostenendo il confronto, chiedendo, ascoltando per cercare di capire cosa possa esserci di implicito nella mente di un ragazzo che pone un domanda del genere, si può ad esempio venire a sapere che questi sta cercando di farsi un’idea sul dibattito in merito alla possibile evoluzione delle norme che regolano il consumo di marijuana, il che dà l’opportunità di osservare, di conseguenza, che "solo perché qualcosa è legale non rende questa cosa sana e sicura".

La spontaneità ingenua che spesso hanno i ragazzi a quell’età, se accolta, può aiutare ad approfondire e a tenere aperto il dialogo sulla marijuana con loro quando entreranno nella scuola superiore e la questione delle droghe diventerà molto più scottante e presente attorno a loro.

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Gli adulti che a suo tempo non hanno accuratamente soppesato la decisione di fumare marijuana, possono parlarne e spiegare cosa hanno tratto da questa esperienza con il senno di poi.

Possono ad esempio dire che avrebbero fatto una scelta diversa se avessero saputo quello che oggi si conosce sulla vulnerabilità del cervello adolescente alla cannabis. Allo stesso modo, possono cogliere l'occasione di sottolineare quanto siano stati fortunati per il fatto che non sia successo loro nulla di male e nulla sia poi andato storto nella loro vita.

A volte i genitori si preoccupano che il parlare del loro uso passato di sostanze, o il parlare in generale del consumo di sostanze illegali, venga ricevuto come un permesso di sperimentare droghe.


voglio che tu sia più intelligente
di quanto non lo sia stato io alla tua età


Se questa è la preoccupazione, può essere affrontata di petto dicendo subito: "Sì, ho provato l’erba, ma non voglio che, sentendo questo, pensi che sia giusto lo faccia anche tu. Voglio che tu sia più intelligente di quanto non lo sia stato io alla tua età!”

Altri adulti di diverso avviso, al contrario, potrebbero cogliere l'opportunità per chiarire a quali condizioni potrebbero dare il loro consenso.

Per esempio, alcuni genitori potrebbero dire non aver nulla in contrario ma solo una volta raggiunta l’età dell’università e, e dopo essersi assicurati della qualità della sostanza, per evitare danni non calcolati.

Ai genitori che non hanno obiezioni sull’uso di cannabis, le domande sul loro passato possono comunque offrire la possibilità di spiegare quello che è cambiato negli ultimi anni, come la crescente disponibilità di tipi più concentrati e pericolosi di marijuana, e su quello che ancora non è cambiato: l'uso “ricreativo” di sostanze è tuttora illegale.

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La ricerca mostra in modo rilevante come gli adolescenti abbiano a cuore la guida offerta dai loro genitori, anche se in genere non esprimono molto questo loro bisogno.

Indipendentemente da quale sia la posizione del genitore sull'uso della marijuana, potrebbe essere utile aggiungere: "Ti chiedo di stare molto attento perché non voglio che tu ti faccia del male o ti ritrovi in ​​una situazione in cui non vorresti mai essere”.

I risultati di uno studio recente sulle conversazioni esplicite sulle droghe suggeriscono che i riferimenti personali, o ad altri familiari che hanno fatto l'esperienza, rispetto ai lati negativi del consumo di sostanze sono particolarmente convincenti per gli adolescenti.


confrontiamoci sempre suquesto, perché ho fatto
abbastanza esperienza sulla mia pelle per entrambi


 Un genitore che ha molte storie ed esperienze da condividere potrebbe commentare: "I tuoi nonni non hanno prestato molta attenzione a questa cosa mentre stavo crescendo e mi sono trovato in situazioni in cui non avrei mai voluto essere.

Quando sono diventato un genitore avevo ben presente il fatto che volevo comportarmi diversamente con i miei figli. Non smettiamo di confrontarci e di parlare tra noi di questo, perché ho fatto abbastanza esperienza sulla mia pelle per entrambi".

Alcuni adolescenti che fanno domande sull'uso in passato di droghe da parte dei genitori stanno cercando l'opposto del permesso di provare la marijuana.

Sono alla ricerca di rassicurazione sul fatto che sia giusto non farlo. Molti ragazzi infatti dentro di loro possono pensano: "Forse sei preoccupato di perderti qualcosa che fa parte dell'’esperienza’ che alle superiori un adolescente dovrebbe fare".

Si può affrontare questa “preoccupazione” incoraggiando i propri ragazzi a cercare qualcos’altro, di sano, che possa “divertirli” altrettanto e a pensare alle insidie per la loro salute, al rischio di farsi arrestare o espellere da scuola.20171102 droga genitori3

Se si osserva quello che rimane dopo che sono finiti gli effetti della droga, si può sottolineare, non sembra proprio che i benefici del suo consumo siano maggiori dei rischi che questo comporta.

I genitori non sempre possono sapere cosa si nasconda dietro l’improvvisa curiosità di un adolescente sulle loro scelte personali. Rispondere con una dettagliata confessione o con un brusco: “Non sono cose che ti riguardano!”, probabilmente renderà solo più difficile scoprirlo.

Gli adulti che non sono pronti a rispondere a questa delicata domanda possono tuttavia mantenere ancora mantenere aperta la comunicazione fino a quando una prima risposta come: "Non sono sicuro di essere ancora pronto per avere questa conversazione", non lascerà tranquillamente posto a: "Ma come mai me lo stai chiedendo?”.


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