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L’ultima opera di Mohsel Makhmalbaf, si focalizza sul binomio politica-potere, attraverso il racconto surreale  on the road di una fuga vissuta con gli occhi di un bambino.

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{xtypo_rounded1}Il piccolo Dachi viene educato alle regole del potere e del comando. Una sera, agli ordini di spegnere e poi riaccendere le luci di tutta la città, impartiti dal palazzo presidenziale con una vista mozzafiato sulla capitale caucasica, prima dal dittatore e poi dal piccolo Dachi, come a voler dimostrare a quest’ultimo chi comanda, ad un certo punto le luci non si riaccendono più, cade un silenzio sinistro sulla città, ad eccezione di qualche sparo in lontananza, prima che la comunicazione con la cabina di regia si interrompa definitivamente. La mattina successiva, mentre il popolo manifesta e i ribelli si organizzano per deporre il dittatore, quest’ultimo accompagna all’aeroporto in limousine le nipoti, i cui genitori erano già stati assassinati dai ribelli in passato. Il piccolo Dachi, che vorrebbe restare a danzare con la compagna di giochi Maria, si rifiuta di partire con loro e quindi resta con il nonno. 
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