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I genitori osservano di continuo i loro figli e sanno se qualcosa non va bene. Tuttavia molte famiglie ritengono che nel caso dell’ansia e dei disturbi ansiogeni, occorra molto tempo e servano numerose visite e perizie condotte da specialisti, prima di poter arrivare a una diagnosi precisa e poter affermare che il problema del proprio ragazzo sia davvero quello.

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Questo accade anche per la gran parte delle famiglie del New Jersey, dove una recente ricerca ha gettato luce sulle difficoltà e sui timori che frenano gli interventi in quest’area di malessere infantile e adolescenziale.

Anche se i disturbi d'ansia sono il disagio psichiatrico più diffuso tra i bambini e gli adolescenti – ne risulta colpito uno su quattro - diagnosticarli può essere difficile.

"È spesso difficoltoso valutare con precisione i disturbi d'ansia perché i bambini e gli adolescenti ansiosi possono essere riluttanti a rivelare i pensieri che accendono le loro paure e a raccontare le esperienze negative che hanno fatto. Inoltre, hanno meno segni fisici di sofferenza che possano essere interpretati come ricondubili all’ansia piuttosto che a impulsività e distrazione” osserva lo psicologo Brian Chu, che gestisce la Youth Anxiety and Depression Clinic a Rutgers. "Detto questo, esistono altresì alcuni sintomi precisi per considerare i ragazzi ansiosi. Va aggiunto che si riscontra che le ragazze sono più disposte a rivelare la loro ansia rispetto ai coetanei maschi".

I fattori che portano a una sottovalutazione dei sintomi 

La sottovalutazione del malessere di un minore può essere causata dal sovrapporsi di più di uno di quei fattori che producono il fraintendimento dei segnali, in particolare il fatto che i sintomi dell’ansia possono prodursi in modo mimetico rispetto ad altri disturbi; il fatto che il personale scolastico e i pediatri attribuiscano il comportamento dei piccoli a genitori troppo invadenti o reattivi rispetto alla vita dei figli; o, infine, al fatti che gli specialisti possono non essere d’accordo tra loro per tutta una serie di motivi.

Diversi anni fa, racconta il dottor Brian Chu, uno psicologo prescolare ha osservato un bambino di tre anni che aveva un comportamento instabile, incline ad eccessi di agitazione e introllabile. Qual era la sua conclusione? Che il bambino stesse solo cercando di essere manipolatorio, che utilizzava i capricci per ottenere quello che voleva. Più avanti, al secondo anno di asilo, quello stesso bambino ha cominciato a incontrare un terapista per i suoi problemi di comportamento.

Non si arrivò a una diagnosi ufficiale, ma il terapista riferì ai genitori che i problemi e i comportamenti del figlio erano generati dall’ansia. L'estate prima dell’ultimo anno di asilo, uno psichiatra ha fatto a sua volta una valutazione ed ha diagnosticato un disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Gli è stato dato credito e il bambino è stato sottoposto alla terapia prescitta da questo psichiatra. Due anni più tardi, tuttavia, il ragazzino continuava a essere incontenibile, con conseguenze negative per i suoi risultati scolastici, per la vita familiare e per le amicizie.
Recentemente, dopo il consulto di un nuovo terapeuta, ai suoi genitori è stato detto che il figlio potrebbe non essere affetto da ADHD.

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"Siccome siamo andati da diversi psichiatri e psicologi, tra loro si è molto discusso su quanto i problemi di comportamento dipendessero dall’ansia piuttosto che dall’ADHD" riferiva la madre frustrata di quel ragazzo, la quale sta ora cercando di capire quale specialista abbia la terapia giusta per suo figlio, che adesso è alle medie. "Molti di loro pensano che in realtà il suo comportamento derivi più dall’ansia".

La madre di una bambina di 9 anni di Bergen County, continua Chu, ha raccontato una storia simile. Messa presto in guardia dagli insegnanti sul fatto che la figlia avrebbe avuto un comportamento problematico e che questo avrebbe provocato gravi preoccupazioni alla madre, questa l’ha fatta visitare.

Alla figlia è stato diagnosticato un ADHD. Ora tuttavia gli esperti non ne sono più sicuri. "Ci siamo resi conto che ciò che la maggior parte del suo ADHD è prodotto dall’ansia" ha raccontato la madre. "Lei non ha niente altro. Non è iperattiva."

Le diagnosi contrapposte e la frustrazione dei genitori

Molteplici professionisti della salute mentale che offrono opinioni e diagnosi differenti sono una fonte molto comune di confusione e di frustrazione per i genitori. Può essere a causa della particolare specialità del terapeuta – per esempio, può capitare di imbattersi in qualcuno non particolarmente esperto nell’ansia dei ragazzi - o può semplicemente essere un “prodotto” dei tempi, il fatto che l’orientamento culturale vigente guardi in altre direzioni.

"Per quanto riguarda la salute mentale, molto dipende dal rapporto genitori-bambini" sostiene lo psicologo dell’infanzia Matthew Goldfine. "Vale a dire, se io vedo la vostra famiglia il lunedi ed è stato un weekend terribile e voi mi dite: 'Questo fine settimana è stato tremendo, davvero spaventoso, il peggiore mai vissuto'.

Se poi voi incontrate qualche altro specialista il venerdì della stessa settimana, quando vostra figlia si sta riprendendo e si sta comportando meglio e voi vi sentite bene, probabilmente il resoconto che effettuerete sarà diverso da quello che avete fatto a me. A causa di queste variabili, credo che quello che si racconta possa essere facilmente modificato in un verso piuttosto che in un altro.

A questi fattori deve essere data la giusta considerazione, quando si effettua una perizia e si decide un trattamento".

All'interno del vasto territorio dei disturbi ansiogeni, la rilevazione sintomatica di quale tipo di ansia si tratti può essere meno importante della pianificazione di come si debba procedere. “Ci sono molti tipi di disturbi d'ansia; individuare tutti quelli presenti in un paziente potrebbe non essere così vitale come reagire con efficacia e tempismo ai sintomi e ai danni prodotti”, conclude  il professor Goldfine. 


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