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Arriva insieme all’estate, alla luce che dura fino a sera, al profumo dei gelsomini, alla meraviglia dei tramonti. Lo aspetti quasi con la stessa impazienza da tantissimi anni e vorresti che continuasse per sempre, proprio come l’estate, che è sempre troppo corta.

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Ma dura solo una manciata di giorni e per questo pensi, ogni volta, che non te ne devi perdere neanche uno. Ma poi alla fine qualcuno inevitabilmente lo salti e ti mordi le mani.

Ho bene intatte nella memoria le immagini di quasi tutti questi vent’anni di Suq, gli amici con i quali ci si da appuntamento apposta e quelli incontrati per caso nel piazzale delle feste, i dibattiti, le danze, gli autori, i profumi, i libri, il cibo, i colori. Al Suq ho scoperto scrittori e artisti che poi non ho più abbandonato.

Il Suq era ed è Don Gallo e Roberta Alloisio.

Ogni anno non sai mai con precisione cosa avrà in serbo la nuova edizione, sai che ti stupirà comunque, ed è, anche questa la sua magia, come l’estate.

Oggi poi, in questo clima folle e criminale di intolleranza, in questo abisso di razzismo e ignoranza nel quale ci troviamo precipitati, sembra già un miracolo che, nel cuore della città, si apra un palcoscenico in cui la convivenza delle genti pacifica, costruttiva e gioiosa dà bella mostra di sé, incurante di chi ancora indecentemente parla di razze e di “ clandestini” e si augura, invoca o crea le condizioni perché muoiano nel mare.

In un momento in cui non si parla più di “persone” ma di numeri o peggio di “ problemi” da rimuovere con qualsiasi mezzo, poco importa se illegittimo ed immorale, il Suq ha eroicamente mantenuto alta, nei decenni, la bandiera della conoscenza e del dialogo, di una lettura profonda ed eclettica della vita delle persone che per mille ragioni si spostano e ci attraversano, delle loro storie e dei loro talenti.

Un “viaggio meraviglioso tra 5 continenti”, come lo aveva definito Don Gallo, senza neppure dover uscire dalla città, alla scoperta di culture e diritti.

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Qualche giorno fa, in un incontro organizzato dall’Ordine degli avvocati insieme con l’Associazione nazionale magistrati e la Federazione della stampa italiana, dedicato alla situazione dei magistrati, avvocati e giornalisti detenuti in Turchia, abbiamo ricordato una dichiarazione Onu del 1999 che in questi giorni difficili andrebbe imparata a memoria e incorniciata ed alla quale il Suq sembra inconsciamente, ispirarsi.

Si tratta della Dichiarazione sul diritto e la responsabilità degli individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e proteggere le libertà fondamentali e i diritti umani universalmente riconosciuti e tra le altre cose riconoscendo “ il diritto e la responsabilità degli individui, dei gruppi e delle associazioni di promuovere il rispetto e la conoscenza dei diritti umani e delle libertà fondamentali a livello nazionale e internazionale...” stabilisce che: “ gli individui, le organizzazioni non-governative e le istituzioni competenti giocano un importante ruolo nel contribuire ad una maggiore consapevolezza pubblica delle questioni relative a tutti i diritti umani e le libertà fondamentali, attraverso attività quali l’educazione, la formazione e la ricerca in questi campi per rafforzare ulteriormente, tra l’altro, la comprensione, la tolleranza, la pace e le relazioni amichevoli tra le nazioni e tra tutti i gruppi razziali e religiosi”.


articolo precedentemente pubblicato da Repubblica


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