"Hai tempo un attimo? Posso farti sentire una cosa?". Prendo un auricolare, ci sediamo su una panchina nel sole autunnale, mi concentro sulle musica che parte ritmata in cuffia. Stigma, si fa chiamare così, tiene tra le mani il suo cellulare, scorre rapido il testo che sta cantando, potrebbe anche non leggere in realtà, vedo che conosce le parole alla perfezione, ma forse così si sente più sicuro.
