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L’esperienza che i ragazzi in questo momento si trovano ad affrontare con l’apprendimento a distanza, può anche rafforzarli e prepararli a ottenere risultati scolastici positivi in un secondo momento, indipendentemente da dove vadano a scuola o quale sarà la modalità di insegnamento.

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Con l'apprendimento a distanza, l'attenzione è diventata un’abilità particolarmente importante. Senza di essa, i ragazzi faticano ad apprendere. Per ridurre al minimo le interruzioni e le distrazioni che annullano la concentrazione, occorre seguire qualche accorgimento.


Concentrazione

Designare un “luogo” per l'apprendimento. I ragazzi hanno bisogno di un luogo in cui possono concentrarsi e quando designiamo, se possibile all’interno della casa, che è solo per la concentrazione, li si aiuta ad allenare il loro cervello a concentrarsi meglio.

Ad esempio, potrebbero avere un punto specifico su una piccola scrivania in un corridoio dove fanno la scuola online e i compiti, e solo questo. Li si può invitare a lasciare la scrivania per andare sui social media o fare altro rispetto a un compito scolastico definito. Li si deve incoraggiare ad allontanarsi dalla scrivania quando fanno delle pause.

La loro presenza a quella scrivania, poi, può diventare un segnale per gli altri in famiglia che loro stanno cercando di concentrarsi e che tutti gli altri devono starsene tranquilli, attenti a non disturbarli.

Chiedere loro come si sentono. Le interruzioni e le distrazioni possono essere sia esterne (perdita dell'accesso a Internet, problemi al computer, ecc.) che interne (sentirsi stressati o sopraffatti dalla difficoltà). La ricerca mostra che quando i ragazzi soffocano i propri sentimenti (gli esperti la chiamano "soppressione emotiva"), la loro intelligenza e l’apprendimento ne soffrono. Fingere di sentirsi bene anche quando in realtà ci si sente in altro modo richiede energia e autocontrollo. Questo ruba l'energia e la forza di volontà necessarie per concentrarsi.

Come genitori, si possono aiutare i figli a definire come si sentono. Dare un nome al loro stato d’animo. La cosiddetta tecnica del “dare un nome per tenerlo sotto controllo". Quando i ragazzi danno un nome alle loro emozioni, le emozioni tendono ad affievolirsi.

Il compito qui è identificare ciò che stanno provando, non necessariamente perché si sentono in quel modo. Questo può essere difficile. Si deve parlare direttamente delle emozioni reali, non andare a scavare sul motivo che le produce, perché questo non aiuterà a concentrarsi.

Si deve cercare di riassumere i loro sentimenti in una o due frasi semplici. Ad esempio, "Ti senti triste e solo". Potrebbe bastare questo, oppure si può aggiungere un po'di empatia: “È molto difficile. Sentirsi soli è la cosa peggiore". Senza cercare di “guarire” e loro emozioni. L'obiettivo è scoprire e dare un nome alle emozioni, non di cambiarle. Basta far avere ai figli il messaggio che si pensa possano gestire le emozioni difficili che stanno provando. Non è necessario far sì che le superino in quel momento.

Incoraggiare il “single-tasking”. Potrebbe sembrare incredibilmente ovvio che, per concentrarsi, i ragazzi debbano concentrarsi su una cosa alla volta, ma oggi le cose non vanno in questo modo. Anche se il multitasking è estremamente inefficiente, sembra produttivo. Soprattutto per i ragazzi che si sentono annoiati e bloccati a casa, avere molti schermi aperti e avvisi in arrivo li fa sentire impegnati e stimolati.

Ma il multitasking è nemico della concentrazione. Il cervello umano non si è evoluto per concentrarsi su molte cose contemporaneamente, e in realtà non può farlo in modo efficace: può solo andare rapidamente avanti e indietro da un compito all’altro. Questo comporta un enorme consumo di energia, per i ragazzi. Li affatica e li rende e disattenti. Il multitasking, soprattutto, rende l'apprendimento inefficiente.

Si possono aiutare i ragazzi a configurare il loro ambiente di apprendimento, i loro dispositivi e il loro tempo online in modo che non siano tentati dal multitasking, per far sì siano meno distratti dalle notifiche e meno tentati di controllare i social media in modo compulsivo. Disattivando tutti gli avvisi, attivando la modalità silenziosa o definendo un “deposito” per i cellulari durante l'orario scolastico, consentendo loro di accedere a un solo schermo alla volta.


Motivazione

Cercare di motivare i ragazzi con premi e punizioni in genere è una sofferenza per i genitori. Senza l'auto-motivazione, è davvero difficile imparare. Fortunatamente, si può promuovere l'auto-motivazione nei ragazzi supportando la loro competenza, la loro indipendenza e il loro legame con gli altri. Sono i tre bisogni psicologici fondamentali che, una volta soddisfatti, portano all'auto-motivazione. Come si può fare?

Riconoscere la competenza. Aiutare i ragazzi a vedere dove hanno fatto davvero bene in passato con i loro soli sforzi (piuttosto che l’irritazione dei genitori). Chiedere dove si sentano più sicuri, e poi aiutarli a capire che è stato loro sforzo a portarli a quella capacità.

Consentire l'indipendenza. I ragazzi hanno bisogno della libertà di fallire da soli e della libertà di avere successo senza doversi sentire in credito con qualcuno. I giovani non possono sentirsi responsabili dei loro compiti se hanno ancora degli adulti a organizzarli.

Quindi, invece di istruire e dirigere i ragazzi, meglio chiedere loro quale sia il loro piano d’azione per fare una certa cosa, in modo che sia compatibile con gli impegni dell’apprendimento a distanza. Renderli responsabili del loro comportamento li aiuta a metterli in contatto con le loro motivazioni e intenzioni. Se ai giovani non viene chiesto di articolare il loro piano, a volte non lo realizzeranno, soprattutto quelli abituati a essere “tormentati” e che sanno che i loro genitori, alla fine, si sentiranno frustrati e faranno la pianificazione al posto loro.

Supportare un senso di appartenenza e contattato con la scuola. Questo è ovviamente molto più difficile durante una pandemia, ma non è impossibile. Si può chiedere ai ragazzi con chi si sentano in contatto. Quali gruppi o classi li stanno aiutando a provare un senso di appartenenza? Se questo sta venendo meno, si può domandare loro chi avrebbe bisogno di aiuto e cosa potrebbero fare per aiutare quel compagno: aiutare gli altri è uno dei modi migliori per creare una connessione.

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Flessibilità

Ogni piano che si fa, oggi, sembra spesso andare in pezzi. Si sta vivendo un periodo di cambiamenti veloci e di incognite costanti. Questo rende fondamentale per genitori e figli rimanere flessibili. Si potrebbero presto riprendere le lezioni in presenza, oppure no. Bisogna sostenere la capacità di reggere il cambiamento e l’incertezza.

Attenersi a un programma di sonno coerente. L'esaurimento rende fragili; è piuttosto difficile rimanere concentrati quando si è stanchi e ci si vorrebbe solo sdraiare e lasciarsi andare.

Nonostante non abbiano molto da fare, molti ragazzi sono esausti (soprattutto gli adolescenti). Non avere la struttura della scuola (anche solo l’autobus da non perdere al mattino) rende più difficile imporre orari e far rispettare l'ora di andare a letto. Inoltre, molti ragazzi più grandi che sono abituati ad avere molta privacy e tempo sociale a scuola stanno ora soddisfacendo i loro bisogni di indipendenza e connessione con i loro coetanei restando svegli a giocare ai videogiochi per metà della notte, non controllati dai genitori che dormono.

Sfortunatamente, il sonno irregolare causa maggiore stordimento e scontrosità. Anche modeste riduzioni della qualità del sonno, come semplicemente non dormire profondamente a causa di una diminuzione della melatonina indotta dalla luce blu degli schermi, tendono a far sentire i ragazzi più soli, anche quando il sonno non diminuisca nella quantità. Quindi, se il loro senso di contatto con i compagni è già fragile, l'interruzione del sonno potrebbe aggravare il problema.

La cosa più importante non è necessariamente che vadano a letto presto (se la loro scuola inizia tardi e possono dormire fino a tardi), ma piuttosto che dormano abbastanza per la loro età e che lo facciano regolarmente.

Esercitarsi ad accettare qualunque cosa stia realmente accadendo. Ai ragazzi in genere non piace fare scuola online, ma più resistono a questa novità, meno ci si impegneranno. Si può riconoscere come la scuola non sia l'ideale in questo momento, e anche loro come si sentono al riguardo. Va bene che siano frustrati o delusi. E, oltre a questo, prima accettano la realtà, meglio è.

Questo non significa che non si sentiranno più frustrati, delusi o rattristati dallo stato delle cose. I sentimenti fanno parte di ciò che sta realmente accadendo. Quando i ragazzi smetteranno di resistere alla situazione in cui si trovano, si metteranno in una posizione migliore per andare avanti.

L'accettazione non è la stessa cosa del cedimento. Accettare una situazione non significa che non migliorerà mai. Non si accetta che le cose rimarranno le stesse per sempre; si accetta solo ciò che sta realmente accadendo in questo momento.

Promuovere la felicità. Felicità come emozione positiva, non piacere.

Le emozioni positive aumentano la "flessibilità cognitiva": la capacità di affrontare un cambiamento. La ricerca mostra che le emozioni positive (come gratitudine o stupore) rendono meno faticoso affrontare il cambiamento e rendono più aperti a cose nuove. Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui altre ricerche dimostrano che gli studenti con un benessere emotivo più elevato tendono ad essere molto più avanti, negli apprendimenti, rispetto a quelli con un benessere inferiore.


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