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Recenti ricerche e indagini sulla situazione economica delle famiglie italiane fanno rilevare un crescente stato di povertà, con difficoltà a disporre di risorse sufficienti anche per i beni primari. Come vivono i ragazzi questa situazione, se percepiscono le difficoltà dei genitori anche quando questi cercano di nasconderle? È quanto ha indagato una ricerca da poco pubblicata.

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Gli adolescenti, afferma lo studio, sono molto spesso ben consapevoli delle difficoltà economiche che stanno avendo i loro genitori e, la coscienza dei problemi finanziari in famiglia, ha conseguenze negative sul loro benessere interiore e rappresenta una minaccia per la loro salute mentale.

Di conseguenza, quando i genitori cercano di dissimulare questa situazione di precarietà economica, indirettamente proteggono i loro figli da preoccupazioni e sofferenze che minano il loro equilibrio.

Lo studio ha indagato la relazione tra il reddito familiare e lo sviluppo dei ragazzi, ed è stato condotto da un gruppo di psicologi.

Ci sono molte ricerche che mostrano che i giovani che vivono maggiori difficoltà economiche familiari tendono ad avere più problemi comportamentali, ma la maggior parte di questi studi si basa sostanzialmente sui resoconti dei caregiver, ovvero su ciò che gli adulti dicono dei loro figli. Pochi ricercatori hanno chiesto direttamente ai giovani.

Per colmare questa lacuna, il gruppo di ricerca ha intervistato oltre cento adolescenti della zona di Pittsburgh, così come i loro genitori, riguardo al reddito familiare, a come vivessero eventuali difficoltà e necessità finanziarie, raccogliendo contestualmente informazioni sulla loro salute mentale. Li hanno contattati più volte nel corso di nove mesi.

In questo modo, hanno messo a fuoco alcuni fattori importanti. In primo luogo, hanno notato che le situazioni economiche di molte famiglie variavano nel tempo: stavano bene in quanto a soldi in alcuni mesi e avevano grosse difficoltà in altri.

In secondo luogo, hanno riscontrato che quando gli adolescenti affermavano di attraversare un periodo di difficoltà economiche, questi ragazzi allo stesso tempo avevano più marcati problemi comportamentali.

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Ad esempio, molti ragazzi dicevano di non potersi permettere il materiale scolastico o che i loro genitori erano preoccupati perché mancava loro il denaro per le necessità primarie. Nei mesi in cui gli adolescenti segnalavano queste difficoltà, erano più inclini a sentirsi depressi e ad avere problemi a scuola.

Altri ricercatori hanno scoperto che le difficoltà economiche sono correlate a differenze nella genitorialità, nel rendimento scolastico e in molti altri risultati dello sviluppo, ma gli studi precedenti non hanno sempre messo a fuoco e analizzato a fondo le complessità e le sfide che le famiglie in difficoltà affrontano.

Il nuovo lavoro mostra che gli adolescenti sono fortemente influenzati dalle condizioni economiche nella loro vita quotidiana e comprendono con grande lucidità le circostanze sfavorevoli che vivono le loro famiglie.

Dato che l'adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti emotivi e cognitivi, i ricercatori ritengono che gli studi dovrebbero focalizzarsi sulle prospettive dei giovani direttamente colpiti dalle sfide economiche. Hanno scoperto che il modo in cui i giovani avvertono lo stress e percepiscono il sostegno familiare nella loro vita può avere implicazioni per lo sviluppo del loro cervello.

Questo lavoro ha di conseguenza importanti implicazioni per le politiche pubbliche.

I legislatori presumono che le difficoltà economiche siano piuttosto stabili e stabiliscono di conseguenza le politiche anti-povertà.

La ricerca offre nuove prove che molte persone in realtà vivono grandi oscillazioni di reddito durante l'anno. Questo tipo di instabilità economica, come è stato provato, influenza in modo rilevante lo sviluppo dei ragazzi, specialmente quando le famiglie perdono improvvisamente grandi quantità di reddito. Di conseguenza,  per ridurre l'impatto della povertà sul benessere mentale dei giovani, le politiche di sostegno economiche dovrebbero essere più dinamiche e in grado di leggere le emergenze “in tempo reale”.

Gli interventi di ordine economico, concludono gli studiosi, devono ovviamente andare di pari passo a quelli psicologi, per dare ai giovani la fiducia di poter contare su un mondo esterno alle loro famiglie in grado di intervenire e contrastare il senso di abbandono che produce la percezione della povertà.


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