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La fase adolescenziale è spesso contraddistinta da conflitti e diverbi anche aspri, scontri verbali che lasciano ferite anche negli adulti quando si perde il controllo. Come si può recuperare la relazione con un figlio dopo un litigio di questo genere?

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Nella maggior parte delle famiglie sono avvenute discussioni finite male, violazione di regole, idee contrapposte, incomprensioni, emozioni portate all'estremo e parole che non avrebbero mai dovuto essere pronunciate. Litigare fa emergere questioni, opinioni, emozioni che non possono essere controllate in quel momento e che, in seguito, di solito chi le ha vissute rimpiange di non avere saputo gestire.

Cosa si può fare in questo tipo di situazioni? Esiste una strategia per chiudere le ferite dopo uno di questi brutti scontri? Il buon senso dice che con la forza di volontà e con le buone intenzioni si può riparare qualsiasi cosa. Tuttavia, in pratica, questa idea che appartiene alla saggezza popolare non viene sempre soddisfatta. Una discussione pesante ha delle conseguenze... parole che non si dimenticano ed emozioni difficili da digerire.

A volte, dopo un'accesa discussione, si vorrebbe avvicinare l'altra parte ma non si sa come iniziare, cosa fare e cosa dire. Nel frattempo i giorni sono passati e ci si accorge di aver perso o incrinato pesantemente la relazione.

Nel corso della vita, osservano gli psicologi, si è imparato a leggere, a risolvere equazioni complesse, a tenere conversazioni in altre lingue e persino a comprendere se certe architetture sono gotiche o romaniche. Tuttavia, quasi mai si è appresa l'arte di discutere. E così spesso si finisce per urlare nel bel mezzo di una discussione mettendosi al livello di immaturità e di inesperienza del proprio figlio.

Una discussione è più un processo comunicativo in cui gli interlocutori hanno idee opposte. Questo vale anche nel caso di un confronto tra genitori e figli. Se si sapesse dominare le proprie emozioni, esprimersi in modo assertivo e essere più abile quando si tratta di risolvere i problemi, le discussioni non finirebbero male.

Di fatto, discutere di per sé non è un problema. Infatti, è sempre positivo scambiare punti di vista diversi e mantenere una linea di comunicazione sempre aperta con i figli. Diventa complicato solo quando ci si sente sfidati da punti di vista molto lontani dal nostro. È allora che in genere si perde il controllo e le emozioni dominano più della ragione.

Cosa puoi fare in queste circostanze? Come si dovrebbe reagire a discussioni che finiscono male?

Tempo di riflessione: come ricostruire la relazione

Se una discussione si è conclusa in modo inappropriato, idealmente, ci si dovrebbe concedere un po' di tempo. Non sempre ne occorre molto, possono essere sufficienti anche solo 24 ore per pensare a quello che è accaduto. Il proprio istinto potrebbe spingere a voler riparare la relazione il prima possibile, ma non ci si dovrebbe affrettare, consigliano gli esperti.

Da adulti ci si dovrebbe chiedere di chi sia stata la responsabilità del litigio. Cosa si è gestito bene e cosa affrontato male? Un adulto dovrebbe essere sempre in grado di riflettere sui propri errori e responsabilità tanto o più che su quelli di un figlio adolescente. Solo facendo questo si svilupperà una maggiore consapevolezza del proprio ruolo educativo.

Alcuni ragazzi, soprattutto quando sono in colpa o si sentono vessati e non compresi, usano costantemente una comunicazione aggressiva. Tendono a non ascoltare e discutere solo per il gusto di farlo o per dimostrare di avere ragione. Compito di un genitore è di fare di questa manifestazione di immaturità l’occasione per un passaggio educativo.

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Saper chiedere scusa, quando è il caso, e ascoltare

Negli ultimi anni, gli studi sulla risoluzione dei conflitti hanno suggerito la necessità di determinate tecniche e strategie di comunicazione per raggiungere accordi. Questi studi evidenziano in particolare l’importanza della regolazione emotiva. Sostengono che questo dovrebbe essere il primo passo verso il riavvicinamento dopo un pesante diverbio. Pertanto, quando si cerca di rimediare a una pesante discussione con un figlio, è importante padroneggiare le proprie emozioni.

Dire che dispiace che sia andata così, facendolo in modo calmo ed equilibrato, senza mostrare rabbia, risentimento o disagio, iniziando un dialogo con il figlio fondato su un ascolto attento, lasciando spazio alle sue ragioni e contrastandole, se occorre, in modo piano e ragionevole.

Concentrarsi sul qui e ora

Una discussione, soprattutto se con un figlio, che finisce male deve essere risolta. Ma l'ultima cosa di cui si ha bisogno è di ripeterla. Se si vuole recuperare la relazione, occorre evitare di rimproverarlo per quello che ha detto o fatto. Ribadire o sottolineare quanto accaduto riaccenderà le stesse emozioni negative. È importante evitarlo.

Invece, bisogna concentrarsi sul momento presente, concedersi nuove opportunità di riavvicinamento, perdonarsi a vicenda e spiegarsi che molte delle parole pronunciate sono state il prodotto delle proprie emozioni, ma non del desiderio di fare del male.

Quando si affronta un'accesa discussione, di quelle che finiscono male dopo diversi rimproveri, urla e ultimatum reciproci, di solito accadono due cose. La prima è che si finisce per sentirsi arrabbiati per alcune ore. La seconda è che si cerca di riparare alla situazione. Si può farlo riflettendo sulle strategie che potrebbero permettere di recuperare al meglio la relazione con il proprio figlio.

Per questo, occorre ascoltarlo con interesse, ripetendo alcune delle sue frasi per mostrargli che gli si sta davvero prestando attenzione.

Al contempo, si possono specificare i punti su cui si differisce, tenendo tuttavia presente gli aspetti su cui si è d'accordo. Questo è sempre un buon punto di partenza, spiegano gli esperti di genitorialità.

Fare proposte assertive e ascoltare e prendere in considerazione eventuali suggerimenti del ragazzo.

Creare ponti, concentrarsi sulla risoluzione del problema, non sull'avere ragione. E, sempre, controllare le proprie emozioni come la rabbia.

Accettare il fatto che, a volte, non è possibile raggiungere un accordo. Ma questo non deve porre fine alla relazione, in modo assertivo occorre riconfermare il proprio ruolo educativo mettendo e spiegando eventuali limiti a quanto il figlio vorrebbe, ponendolo sempre dal punto di vista delle sue responsabilità, dopo aver ribadito le proprie come genitori.

Poche cose sono così importanti per la convivenza con un adolescente come saper comunicare, capire come risolvere i problemi e padroneggiare la competenza comunicativa di argomentare. Saperlo fare può essere estremamente arricchente nella relazione e nel processo di costruzione dell’identità di un figlio.


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