Diventare genitori significa non solo assumersi la responsabilità di accompagnare nella crescita e nel cambiamento i propri figli, ma anche quella di essere in prima persona soggetti di una delle più grandi trasformazioni che un essere umano possa vivere.
Ogni adulto che lo diventi deve però essere cosciente di quanto il modo in cui è stato educato possa plasmare i suoi comportamenti e la sua genitorialità, non solo emotivamente, ma anche biologicamente.
La ricerca psicologica sulla questione suggerisce che l’attitudine materna alla cura, ad esempio, non è solo un comportamento appreso con la propria educazione, ma è anche influenzata da cambiamenti epigenetici, relativi a modificazioni cellulari, e da meccanismi neurobiologici che possono essere trasmessi da una generazione all'altra.
Comprendere come le proprie esperienze infantili influenzano la genitorialità è un passo fondamentale per promuovere relazioni sane con i propri figli, spiega la psicologia. E, cosa ancora più importante, la scienza dimostra che si possono rompere i cicli negativi delle esperienze fatte, anziché riprodurle, e creare un ambiente più protettivo per le prossime generazioni.
L'influenza dell'infanzia sulla genitorialità
Non sorprende che le prime esperienze di vita giochino un ruolo nel modo in cui si ricopre il ruolo di genitori. Se si è cresciuti in una famiglia calorosa e amorevole, è più probabile che si sviluppi forti istinti genitoriali e si forniscano ai figli un’attenzione calda e costante.
Al contrario, se la propria infanzia è stata piena di negligenza, di dura disciplina o distanza emotiva, si potrebbe avere difficoltà a esprimere pienamente la sensibilità materna, il che può avere un impatto sullo sviluppo di un figlio.
Ma ciò che è affascinante è che questo non è solo un processo psicologico, spiega la scienza, ma anche biologico. I ricercatori hanno scoperto che il modo in cui una madre percepisce la propria cura infantile influenza non solo il suo stile genitoriale, ma anche l'attività cerebrale e i livelli ormonali.
Come la genitorialità viene trasmessa biologicamente
Una delle scoperte più rivoluzionarie degli ultimi anni è che i comportamenti materni possono essere trasmessi attraverso la trasmissione epigenetica. L'epigenetica si riferisce ai cambiamenti nell'espressione genica che non alterano la sequenza del Dna ma possono essere influenzati da fattori ambientali, come la genitorialità avuta.
Questo significa che il modo in cui si è stati accuditi da piccoli può plasmare il modo in cui si risponde biologicamente al proprio stesso figlio.
La ricerca spiega che sono in gioco questi fattori:
Ossitocina, l'ormone del legame. L'ossitocina svolge un ruolo cruciale nel legame sociale e nelle cure materne. Gli studi hanno dimostrato che le madri che hanno avuto un'infanzia affettuosa hanno risposte più forti all'ossitocina quando interagiscono con i loro neonati, il che porta a cure più affettuose e sensibili. Quelle invece che hanno avuto esperienze precoci negative possono avere risposte alterate all'ossitocina, il che rende più difficile connettersi emotivamente con i loro figli.
Attività cerebrale e risposta allo stress. Studi di neuroimaging rivelano che le madri che hanno subito negligenza o genitorialità severa mostrano reazioni di stress più elevate nel cervello quando si prendono cura dei loro figli. In particolare, l'ippocampo, una regione responsabile della regolazione dello stress, diventa iperattivo in risposta al disagio infantile, il che può contribuire all'ansia e alle difficoltà nella regolazione emotiva durante l'accudimento.
Marcatori epigenetici. Studi sugli animali hanno dimostrato che i comportamenti materni possono lasciare segni epigenetici duraturi sui figli, influenzando le loro risposte allo stress e i comportamenti di accudimento più avanti nella vita. Meccanismi simili potrebbero essere in gioco negli esseri umani, il che suggerisce che le prime esperienze di una madre lasciano impronte biologiche che influenzano il modo in cui si sarà genitori.
Strategie genitoriali per favorire un attaccamento sicuro
Sebbene la biologia giochi un ruolo, chiariscono a questo punto i ricercatori, non determina il destino. Si possono riformulare i propri comportamenti genitoriali, anche se si è avuta l'educazione ideale.
Queste sono alcune strategie dalla psicologia per garantire un ambiente protettivo e sicuro a un figlio:
Praticare l'autoconsapevolezza. Riconoscere come la propria infanzia influenza il proprio ruolo di genitore è il primo passo per apportare cambiamenti positivi. Riflettere sulle esperienze fatte, identificare gli schemi di comportamento e prendere in considerazione di cercare supporto psicologico, se necessario.
Sviluppare capacità di regolazione emotiva. Se si tende a reagire al comportamento dei figli con stress o frustrazione elevati, occorre praticare tecniche di mindfulness, respirazione profonda e autoregolamentazione. Questo può aiutare a rispondere anziché reagire.
L’importanza del contatto pelle a pelle. Il contatto fisico rilascia ossitocina, rafforzando il legame genitore-figlio. Semplici azioni come abbracciarsi, tenersi per mano o coccolarsi dolcemente possono promuovere la vicinanza emotiva.
Essere un genitore reattivo. Un attaccamento sicuro si costruisce attraverso risposte coerenti e sensibili ai bisogni di un figlio. Ciò non significa essere un genitore perfetto, ma piuttosto essere in sintonia con le emozioni del figlio e fornire rassicurazione.
Riformulare i modelli di pensiero negativi. Se ci si ritrova a ricorrere a stili genitoriali radicati nella paura o nel controllo, è bene fermarsi e chiedersi cosa si vorrebbe che un figlio ricordasse della sua infanzia. L’obiettivo è di passare da un approccio punitivo a uno che favorisca l'apprendimento e la fiducia.
Cercare supporto e contatto sociale. La genitorialità non è fatta per essere vissuta in isolamento. È bene circondarsi di persone che supportino, sia che si tratti di un gruppo di genitori, di un terapeuta o di amici fidati che sostengano approcci genitoriali positivi.
“Riscrivere” il futuro
Sebbene le prime esperienze formino una persona, non la definiscono per sempre. La scienza dimostra che il cervello è plastico, il che significa che può riprogrammarsi in risposta a nuove esperienze e apprendimenti.
Facendo scelte consapevoli su come essere genitori, si possono rompere i cicli negativi e gettare le basi della sicurezza emotiva e della resilienza per i nostri figli, sottolinea la psicologia.
La scienza dell'epigenetica dimostra che la genitorialità è un processo dinamico influenzato da fattori sia biologici che ambientali. Ogni piccolo sforzo che si fa per essere presente, reattivi ed emotivamente disponibili per un figlio aiuta a riscrivere gli schemi di relazione generazionali in una direzione positiva.
Il proprio passato, in altre parole, non determina il proprio futuro genitoriale. Comprendendo a fondo le responsabilità e le cure necessarie per una buona genitorialità e facendo scelte intenzionali, si può creare una situazione familiare in cui amore, sicurezza e connessione emotiva fioriscono, gettando le basi le generazioni future libere da modalità di comportamento non positive.