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Nell’oceano virtuale c’è una nuova piattaforma alla quale attraccare per chi desidera essere vicino ai ragazzi e alle ragazze minorenni non europei che arrivano in Italia senza un familiare. Si tratta di Tutori in rete, curato dalla Rete nazionale delle associazioni e gruppi informali di tutori volontari di Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA). Per comprenderne il valore è bene ricordare di chi stiamo parlando.

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Alla fine di aprile 2023, i MSNA presenti in Italia erano 20.681, per l’86,2% maschi. Quasi 7 su 10 (69,1%) avevano 16-17 anni (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali). Tre quarti di questi ragazzi arrivava da sei paesi: Egitto, Ucraina, Tunisia, Albania, Guinea e Costa d’Avorio. Adolescenti partiti dai luoghi d’origine quando erano bambini o poco più, che bussano alle nostre porte per scappare dalla guerra o dalla povertà estrema. Sperano di avere un lavoro e uno stipendio con cui aiutare la famiglia lontana, sperano di studiare. Lasciano il loro paese, gli affetti, gli amici, le consuetudini, le piccole o grandi certezze che li hanno accompagnati fino a quel momento… per costruirsi un futuro possibile.

La guerra in Ucraina ha trasformato i flussi determinando una maggior presenza femminile e un abbassamento dell’età. Ad esempio, due anni prima (30 aprile 2021) l’Ucraina non compariva tra i paesi d’arrivo, mentre oggi è al secondo posto. Le bambine e le ragazze sole sul nostro territorio rappresentavano il 3,6% del totale; oggi sono il 13,8%. Inoltre, tra le femmine, due anni or sono quelle con meno di 14 anni erano il 26% e oggi sono esattamente il doppio: 53%.

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Per legge, sovranazionale e italiana, i migranti minorenni non possono essere ricacciati indietro. Ciò non significa che non accada, alle frontiere o meglio un poco più in là, nei passaggi intermedi di mare e di terra, quando manca un passo a mettere piede in Italia. Per chi arriva però, l’accoglienza è dovuta e dev’essere caratterizzata, tra l’altro, dall’assegnazione di un tutore volontario, ossia di una persona preparata che gratuitamente si affianchi al giovane per aiutarlo a crescere, assumendosene la responsabilità davanti alla legge.

Per intenderci, tutte le volte che un genitore firma per il figlio (consensi per pratiche sanitarie, iscrizione a scuola, documenti, questioni economiche, contratti…), nel caso di un minorenne straniero che non abbia un genitore accanto firma il tutore volontario, se nominato. In sua assenza tocca al tutore istituzionale, il Sindaco o un suo delegato. La tutela volontaria è preferibile, personalizzata e più calorosa di quella istituzionale ma non e sempre possibile, basti pensare che alla fine del 2021 (ultimo monitoraggio presente sul sito dedicato dal Garante nazionale infanzia e adolescenza) i volontari formati per la tutela erano 3.457 mentre, alla stessa data, i msna erano 12.284.

In Italia questa figura nasce nei principali luoghi di sbarco (Sicilia, Puglia), in Veneto (non solo per ragazzi stranieri soli) e in Emilia-Romagna, prima a Bologna (2013) e poi in modo più diffuso. Nella mia città, Ferrara, il primo corso lo abbiamo organizzato nel 2015 ed è stato appassionante prendermene cura, insieme a Daniele Lugli.

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Nel 2017 la legge 47 (cd. “legge Zampa”) ha istituzionalizzato il tutore volontario e ha posto in capo ai Garanti dell’infanzia e dell’adolescenza, nazionale e regionali, la responsabilità di formare i tutori e di curare gli albi da cui i Tribunali per i Minorenni estraggono i nomi dei volontari che affiancheranno i ragazzi e le ragazze al loro arrivo in Italia.

Nel tempo si sono costituiti gruppi informali e associazioni di tutori volontari che operano a livello cittadino o regionale un po’ in tutta la penisola (soltanto 6 regioni ne sono prive). La Lombardia e la Sicilia sono le realtà più vivaci, e del resto sono anche quelle più aperte all’accoglienza.

Nel 2021, supportato da Never Alone, nasce il progetto Tutori in Rete, promosso dalla rete regionale della Toscana e dal Centro Nazionale per il Volontariato (CNV) con l’obiettivo di supportare la costituzione di associazioni di tutori in tutta Italia e creare una rete nazionale.

Nel febbraio scorso a Milano si è tenuta la prima assemblea nazionale della Rete con l’adesione di 15 tra associazioni e gruppi. I convenuti hanno posto tra le priorità la formazione continua, il mutuo-aiuto e la costruzione di un portale che oggi è divenuto realtà. Tutorinrete.org offre informazioni generali sulla tutela volontaria e percorsi specifici per adulti interessati a diventare tutori, per tutori già formati che desiderano un confronto con altri, e per gruppi o associazioni che intendono entrare nella Rete. Sul sito si trovano molteplici sussidi quali video, documenti, approfondimenti sui paesi d’origine dei ragazzi che arrivano in Italia o sulla relazione con il tutore volontario. Vi confluiscono inoltre materiali didattici elaborati in progetti che hanno approfondito temi specifici, come il ricongiungimento familiare o l’ottenimento del passaporto, che qui vengono messi a disposizione di tutti.

La costituzione di una Rete nazionale può dare un impulso importante anche alla omogeneizzazione di realtà attualmente molto diversificate puntando, certamente, a diffondere in tutta Italia i migliori livelli raggiunti nei diversi campi. Si parla sia di uniformare le migliori prassi relative alla formazione dei tutori volontari, al loro riconoscimento e sostegno (es. accordando permessi dal lavoro e rimborsi spese), sia quelle inerenti l’accoglienza dei msna, in maniera diretta quando si parla dell’approccio dei tribunali per i minorenni nelle pratiche che li riguardano, della possibilità di sviluppare la loro vita sul territorio o di dare continuità al progetto di vita dopo la maggiore età, sia indirettamente attraverso la condivisione dei progetti sviluppati localmente in favore dei ragazzi o la trasparenza dei fondi dedicati ad accoglierli.


testo precedentemente pubblicato da Azione nonviolenta

Elena Buccoliero
Sociologa e counsellor, è docente a contratto all’Università di Parma sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti e svolge attività di formazione, ricerca, supervisione e sensibilizzazione su bullismo, violenza di genere e assistita, diritti delle persone minorenni. Dal 2008 al 2019 è stata giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna. Ha diretto la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati (2014-2021) e l’ufficio Diritti dei minori del Comune di Ferrara (2013-2020). Da molti anni aderisce al Movimento Nonviolento. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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