- Scritto da Cecilia Ragaini
- Categoria: Metodi & Teorie
A lungo si è creduto che il viaggio adottivo avesse come prima tappa fondamentale per bambini e genitori l’iniziare insieme una “nuova vita” per costruire una “nuova famiglia”, come se l’incontro adottivo presupponesse un rito iniziatico, una morte ed una rinascita. Nel tempo i pazienti, le famiglie ed i genitori hanno guidato psicoterapeuti e psicoanalisti nel comprendere che il viaggio adottivo inizia ancora prima del primo incontro e che spesso prevede l’attraversare un cammino connotato da emozioni forti e contrastanti che spesso non trovano parole per esprimersi.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Nel mondo
Nella Contea di Oneida, Stato di New York, da cinque anni esiste una singolare via giudiziaria alternativa al processo tradizionale, per minori imputati di reato.
Studenti della scuole superiori di Rhinelander e Oneida Lake vengono formati per diventare giudici di un tribunale composto da soli teenagers.
Questo speciale tribunale si occupa di ragazzi al loro primo reato, la cui età va dai 10 ai 16 anni.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Autori di reato
Ho ricevuto molte denunce a piede libero, una dopo l'altra, finché un giorno, dopo averne accumulato un bel po', hanno deciso di mandarmi in custodia cautelare presso l'Ipm Beccaria. Me lo ricordo come se fosse ieri, quel giorno.
Ero a casa. Di lì a poco sarei uscito per andare in palestra. Sono arrivati due poliziotti in borghese, dicendomi che dovevo seguirli in questura per firmare fogli di notifica di denunce prese in passato. Avevo diciassette anni, compiuti da quindici giorni.
- Scritto da Ubi minor
- Categoria: Abuso di sostanze
Anche negli anni '70, quando ho iniziato a occuparmi dei ragazzi del Beccaria, la droga rappresentava una delle scorciatoie scelte dai giovani per fare soldi o per un benessere immediato. Allora erano in particolare le anfetamine, i derivati dalla morfina, gli acidi. Ho visto tutta una generazione affondare nell'eroina...
La cocaina è un fenomeno relativamente recente, se ci riferiamo alla sua esplosione generalizzata. Prima era riservata solo alle persone abbienti. Come tutte le droghe ha effetti specifici, risponde a una precisa richiesta e tante volte anche a un preciso bisogno. La cocaina tonifica molto la persona. La persona si sente efficace, protagonista, forte, sicura, in maniera piacevole.
- Scritto da Lamberto Bertolé
- Categoria: Apprendimento
La questione del rapporto tra adolescenza e apprendimento ha molto a che fare con la costruzione dell’identità dei ragazzi e risulta pertanto fortemente intrecciata al lavoro educativo. È una questione che ci sfida costantemente, su più livelli. Anzitutto, la scuola. Il rapporto dei nostri ragazzi con le istituzioni scolastiche si è spesso incrinato per un’assenza di interventi specifici, carenza di personale, assenza di metodologie in grado di leggere la loro specificità: il loro retroterra, la loro intelligenza in genere legata a modalità di funzionamento lontane da quella linguistico-verbale. Sono ragazzi in buona parte stranieri, provengono da Paesi con una tradizione educativa molto differente e, in alcuni casi, non sono stati alfabetizzati nemmeno nel loro Paese d’origine.
- Scritto da Paolo Tartaglione
- Categoria: Autori di reato
Di seguito propongo la traccia del mio intervento al convegno "L’autorità nei percorsi di cura, tra obbligatorietà e consenso", che si terrà a Milano il prossimo 27 settembre (qui i dettagli), in risposta alle tre domande-stimolo proposte dagli organizzatori.
- La comunità per adolescenti, come soggetto istituzionale radicato nel tessuto sociale ed in rete con i servizi socio-sanitari e giudiziari del territorio, trova la propria peculiarità nella sfida di articolare dimensioni fra loro antitetiche: quella del sociale con quella dell’individuale, del pubblico con quella del privato, del contesto coatto con quello riparativo, della funzione di controllo con quella di sostegno e della temporaneità della cura del singolo con quella della permanenza nel tempo del suo essere istituzione.
- Scritto da Nerina Garofalo
- Categoria: Letture e Visioni
“La petite”, di Michéle Halbertstadt – L’orma editore, 2013
Una grande solitudine in un’abitudine sorda
La petite è un piccolo romanzo, uscito in Francia nel 2011 e a gennaio del 2013 in Italia. Questo piccolo libro tutto rosa e minuto, minuto come minuta è Monique, la protagonista, ha un inizio quasi folgorante, che rimanda in qualche modo all’incipit di Amabili resti di Alice Sebold e all’apertura straziante di American Beauty. Il racconto nel libro comincia così: “Ho 12 anni e questa sera sarò morta”. Questo dice Monique quando inizia a parlare con noi. Ed è lì che, lettrice, ho cominciato a sperare che la narrazione smentisse quella perfetta sintesi generatrice di un vuoto insanabile. Il vuoto che lascia la morte di un bambino, in questo caso una bambina.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Nel mondo
Riportiamo alcuni brani da un’intervista a Frances Crook, responsabile della “Howard League for Penal Reform”, la più antica organizzazione no-profit (esiste dal 1866) attiva per il miglioramento delle condizione dei detenuti e per l’evoluzione del sistema penale.
Le parole di Frances Crook ci conducono all’interno del sistema penale Inglese, nel quale i ragazzi vengono sottoposti a dure restrizioni durante la carcerazione. Dalle sue parole viene duramente criticato un modello molto autoritario e punitivo che non prende in considerazione gli specifici bisogni psicologici, sociali ed educativi dei giovani, affinché i dati delle statistiche relative agli atti di autolesionismo, morte e recidiva possano migliorare.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Nel mondo
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Letture e Visioni
Un gruppo di ragazzini un po’ folli, dolcissimi e intensamente umani. E la loro vita in una casa molto speciale. Quando varca la soglia della comunità, Ginevra ha solo due grossi sacchi neri. Dentro c’è tutta la sua vita di undicenne: giocattoli, vestiti e quaderni accumulati in anni passati tra istituti e famiglie affidatarie, in cerca di un posto da chiamare “casa”. Adesso non sa cosa aspettarsi: e se i bambini e gli educatori fossero cattivi come li immagina nei suoi incubi? O, peggio, se la mandassero via ancora una volta? Per fortuna, quel mondo bizzarro è pronto a stupirla: c’è la signora Tilde, che le prepara grandi tazze di cioccolata calda; c’è Verde, la compagna di stanza, chiamata così perché ha i capelli tinti di color asparago; c’è Bao Kim che non sa parlare bene, ma ha sempre voglia di ridere e giocare. E poi c’è Agape, bello come una creatura marina, che le stringe la mano quando ne ha bisogno, facendole provare qualcosa di nuovo e speciale. Con loro Ginevra sente di non essere sola: in comunità tutti hanno storie dure alle spalle, ma insieme si fanno coraggio, e quando si ritrovano intorno al tavolo sanno che è a questo, in fondo, che serve una famiglia.
“Un albero al contrario” è un romanzo toccante e vitale, che insegna a sperare e a non lasciarsi abbattere. Perché anche senza radici si può trovare la forza per crescere.