- Categoria: Esperienze & Educazioni
Riporto di seguito una riflessione di Franco Ottolenghi che ho sentito alla presentazione del suo libro “Vita, fortuna e detti di Mesione filosofo”, appena uscito, perché mi sembra un buon punto di partenza per inquadrare il problema.
“Siamo di fronte alla necessità di rielaborare le fasi, i moti e gli strumenti della nostra convivenza. In questo momento siamo passati da un convivere relativamente certo a una situazione che rasenta la lotta per la sopravvivenza. Siamo passati da un convivere a un sopravvivere. Questo postula che chi si occupa di faccende che riguardano l'uomo, in termini professionalmente accettabili, debba ancorarsi ad una visione del mondo nella quale diventa importante l’idea di salvezza.
- Scritto da Joseph Moyersoen
- Categoria: Letture e Visioni
Recensione del film "Giovane e bella" di François Ozon, nel quale è trattato il tema - di recente attualità sui mass media - della prostituzione minorile.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Metodi & Teorie
Una ricerca condotta da un gruppo di psicologi della Stanford University mostra che i bambini di due anni appartenenti alle famiglie a basso reddito, possono essere già avere un ritardo di sei mesi nello sviluppo del linguaggio. Lo studio getta le basi per elaborare metodi di intervento al fine di ridimensionare questo fenomeno.
- Scritto da Raffaele Mantegazza
- Categoria: Esperienze & Educazioni
Cinque figure dell'immaginario fumettistico come altrettanti simboli di adolescenze "sul limite" tra perdita di sé e riscoperta dell'appartenenza a un gruppo.
Dylan Dog: la paura
In una società nella quale la paura è un sentimento da nascondere, una sorta di vergogna soprattutto per i maschi, gli e le adolescenti provano, oltre alle paure tipiche della loro età, anche una sorta di paura al quadrato, la paura d'aver paura, e di mostrarlo; Dylan Dog, il simpatico "indagatore dell'incubo" creato dalla fantasia di Tiziano Sclavi, è un personaggio che entra, da pauroso, nelle paure degli altri (e soprattutto nelle sue) e rivaluta la dignità questo sentimento, quasi legittimandolo.
- Scritto da Penny Hope
- Categoria: Narrazioni
Primo dicembre
Ieri sera ho acceso le lucine sull'albero di Natale poco prima che Angelo tornasse a casa. Volevo che le vedesse al suo rientro, che trovasse una casa calda e accogliente. Un luogo in cui riconoscersi e avere il piacere di tornare. Gianni, il papà, non era d'accordo. Abbiamo persino un po' litigato su questo argomento. “È inutile - sosteneva lui. - E poi è anche pericoloso: le lascerà accese tutta la notte e magari succede un corto circuito.”
- Scritto da Luca Cateni
- Categoria: Esperienze & Educazioni
Quando arrivo in cortile, come sempre, butto l’occhio sull’ingresso della palazzina. So già che troverò il bidone della spazzatura stracolmo e che le scale saranno sporche, poco curate e piene di foglie. Che nervi, è una battaglia persa! Questa volta, però, l’occhio mi cade sul tavolino verde, quello basso della sala, usato dai ragazzi come mobile porta televisore, abbandonato fuori dalla porta sul cortile.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Letture e Visioni
"Ho visto occhi colmi di disperazione fissarmi dietro le grate. Ho visto Zaccaria, rinchiuso a soli tre anni, soffrire di un dolore adulto, con un’espressione che un bambino non dovrebbe mai avere. Ho visto mani cercare un varco tra le sbarre, cercare altre mani, un contatto. Ho visto mani bruciate da manganelli elettrici.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Esperienze & Educazioni
Affetti e Sessualità
dalla voce dei protagonisti
del portale Non ci sto dentro
- Scritto da Penny Hope
- Categoria: Narrazioni
Primo novembre
Qualche angelo remoto continua a vegliare su di noi e a regalarci momenti di serenità e speranza. Oddio, deve essere molto indaffarato o quantomeno non siamo l’unica famiglia alla deriva di cui si occupa perché i giorni bui continuano ad esserci, in un alternarsi infinito di alti e bassi.
- Scritto da Giuseppe Munforte
- Categoria: Narrazioni
Quando passo da quelle parti in bicicletta, vedo che è rimasto tutto uguale – stesse baracche e roulotte e piste di fango nel campo che accompagna per due, trecento metri una traversa della provinciale, persa tra capannoni industriali e muri ciechi e grate di cemento. Dietro le grate, un nulla di rovi e vetri rotti.