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Durante la fase della preadolescenza, non è raro che i ragazzi interpretino i limiti posti dai genitori o i tentativi di dar loro un consiglio o un avvertimento per aiutarli in qualcosa che stanno affrontando, come delle critiche o, peggio ancora, come un vero e proprio atteggiamento polemico nei confronti delle loro scelte e dei loro comportamenti.

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Anche quando i genitori cercano di dare indicazioni in modo pacato, la percezione che i giovani hanno può essere completamente diversa, complice anche una maggiore sensibilità legata ai cambiamenti ormonali tipici di quell’età.

La psicologia sottolinea che un altro aspetto che spesso emerge è la tendenza da parte dei figli a ignorare ciò che i genitori dicono quando sono arrabbiati. Il tono emotivo con cui viene espresso un messaggio può determinare quanto quel messaggio venga effettivamente ascoltato o respinto.

Una comunicazione più efficace all'interno della famiglia può favorire una maggiore collaborazione da parte degli adolescenti. È emerso con chiarezza nell’esperienza di terapeuti con lungo lavoro con ragazzi e ragazze in età preadolescenziale e adolescenziale, che quando viene chiesto loro perché pensano che i genitori discutano e anche si accalorino quando affrontano con loro qualche questione, le risposte di questi giovani sono spesso non solo sorprendenti, ma offrono uno spunto prezioso di riflessione.

Alcuni credono che i genitori discutano solo per dimostrare di avere ragione, altri pensano che lo facciano apposta per farli arrabbiare, o che lo facciano semplicemente perché non vogliono cedere a delle richieste. Alcuni, addirittura, non riescono a darsi una spiegazione.

Queste risposte sono rivelatrici di un punto fondamentale: molti preadolescenti e adolescenti tendono a proiettare le proprie modalità di pensiero sugli adulti.

Così, se un adolescente discute per affermare la propria indipendenza, per sentirsi nel giusto o per esprimere la propria frustrazione, tenderà a pensare che anche i genitori lo facciano per gli stessi motivi.

 Non percepiscono, almeno inizialmente, che dietro ai rimproveri o alle regole ci sia un’intenzione educativa e protettiva.

Quando viene loro spiegato che spesso i genitori discutono perché desiderano aiutarli a diventare adulti equilibrati e realizzati, la reazione dei ragazzi cambia. Molti rimangono colpiti da questa prospettiva e iniziano a mostrarsi più disposti ad ascoltare.

Col tempo, si comprende che uno dei motivi per cui gli adolescenti fanno fatica a cogliere la finalità delle regole può risiedere nella mancanza di spiegazioni adeguate.

Quando erano più piccoli, probabilmente quelle spiegazioni sarebbero risultate inutili o troppo complesse, ma durante la preadolescenza questo dialogo diventa non solo possibile, ma necessario.

Frasi come che fanno leva sull’autorità e affermano, ad esempio, di saper bene cosa sia meglio per un figlio perché si è suo padre o sua madre, oppure che capirà quando si sarà diventati grandi, o che si fa una certa cosa solo per il bene del ragazzo, non bastano, spiegano gli esperti di dinamiche educative.

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Sono affermazioni che vengono spesso pronunciate in momenti di tensione e, proprio per questo, perdono credibilità agli occhi dei ragazzi. Inoltre, non forniscono alcun contesto né spiegano realmente perché un determinato comportamento sia da evitare o da correggere.

Dire, ad esempio, che un uso eccessivo dei cellulari “fa male” senza chiarirne il motivo, risulta poco convincente, soprattutto quando i ragazzi conoscono coetanei che, pur trascorrendo molto tempo con questi strumenti, sembrano riuscire bene a scuola e nella vita sociale.

È più utile spiegare, invece, che il tempo dedicato ai social può sottrarre spazio ad attività che contribuiscono alla crescita personale, come lo sport, lo sviluppo di competenze sociali, il miglioramento del rendimento scolastico, l’esplorazione di nuovi interessi, l’esercizio della creatività.

Tutti elementi che, a lungo termine, possono offrire maggiori opportunità.

È importante quindi che i genitori trovino momenti di tranquillità per parlare con i figli, per spiegare il perché delle regole e per ascoltare sinceramente ciò che i ragazzi hanno da dire. Solo così si possono chiarire malintesi e paure, costruendo un dialogo più aperto e consapevole.

La percezione degli adolescenti cambia nel tempo e presto, crescendo, vedranno i loro genitori e quello che hanno fatto e detto a livello educativo, con occhi diversi.

Anche questo dimostra, in definitiva, quanto sia necessario che gli adulti siano chiari, pazienti e disponibili nel condividere con i figli il significato delle proprie scelte educative, senza dare per scontato che i ragazzi lo capiscano subito da soli.


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