- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Esperienze & Educazioni
In un’epoca contraddistinta dalla saturazione prodotta dai social media, che veicolano spesso contenuti non veritieri, spingono a posizioni estreme, promuovono opinioni fatte di superficialità e pressapochismo, oltre che diventare un fattore continuo di distrazione per i giovani, l’approfondimento, la concentrazione, la conoscenza derivante dalla lettura dei buoni libri rappresentano una forma di ribellione.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Metodi & Teorie
La sensazione di sollievo che arriva dopo aver scorso infiniti video su TikTok, immagini su Instagram o dopo aver effettuato shopping compulsivo è simile a quella che produce il grattarsi quando si sente prurito. Un’azione fisica che ha effetti sul cervello, generando un senso di piacere e realizzazione.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Esperienze & Educazioni
Quando i giovani iniziano a lavorare, la quantità di attività fisica giornaliera che svolgono aumenta di colpo, in modo brusco, e si riduce gradualmente solo nel corso degli anni successivi. A questo corrisponderebbe una diminuzione delle ore di sonno e riposo.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Autori di reato
Esiste la violenza scherzosa che un bambino può vedere in un cartone animato e quella ben più pericolosa a cui ormai può assistere senza più filtri, a qualunque ora della giornata, su molti canali televisivi o nel corso dei telegiornali, senza che nemmeno i genitori più attenti possano evitarlo, se non spegnendo il televisore. Nonostante decenni di ricerche gli studiosi stanno ancora cercando di stabilire come l'esposizione alla violenza in giovane età possa plasmare il cervello di un ragazzo, indipendentemente dalla forma che assume tale violenza.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Esperienze & Educazioni
Le dinamiche di vita e di relazione della società di oggi, sempre più veloci e impegnative per chi non voglia restare “disconnesso” dagli altri e dal mondo, vengono alimentate anche dalla sempre più pervasiva presenza della realtà e delle comunicazioni virtuali nella vita di tutti. A farne le spese è la preziosa capacità di attendere, di prendersi il tempo per rielaborare. Sempre più assente, soprattutto tra i più giovani, è la pazienza.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Abuso di sostanze
Si rileva un aumento significativo dei disturbi dovuti all'uso ripetuto di farmaci sedativi, ipnotici e ansiolitici tra adolescenti e giovani adulti, con una crescita molto forte a partire dal 2011.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Metodi & Teorie
L'adolescenza è un periodo critico dello sviluppo, nel corso del quale anche le convinzioni politiche e gli atteggiamenti ideologici iniziano a prendere forma. Tuttavia gli studi che esaminano questi processi tra gli adolescenti non sono molti.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Esperienze & Educazioni
La sofferenza mentale degli adolescenti è diventata una questione che mette in allarme la società non solo nel nostro paese ma a livello mondiale, stando a dati delle strutture sanitarie e a valutazioni più qualitative fatte da molte ricerche che ne indagano le cause e cercano di mettere a fuoco possibili interventi, anche a livello preventivo. Una delle novità che sta prendendo sempre più spazio nella vita dei giovani è quella dell’intelligenza artificiale e si presenta la necessità di studiarne i possibili impatti a livello psicologico.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Esperienze & Educazioni
Tutti commettono errori, non si finisce certo di compierne raggiungendo l’età adulta, nonostante tutta l’esperienza che si possa accumulare. È importante però non “restare sul colpo”, quando si sbaglia. Saper affrontare e rielaborare un errore commesso è una capacità che dovrebbe essere appresa quanto prima, già a partire da quel periodo così problematico che è l’adolescenza.
- Scritto da Donatella De Marzo
- Categoria: Esperienze & Educazioni
Cos’è davvero un “vertice”? È davvero così importante nel lavoro educativo solo un unico fattore o ce ne sono diversi che possono ricondurre ad un unico piano?
Il vertice per il più delle volte è il fulcro, la parte principale di un qualcosa, di una piramide, ma nel lavoro educativo questo non è concepibile. Di certo, nel lavoro educativo trovo più funzionale parlare di multiverticità.
Il lavoro educativo non si presta ad una logica piramidale dove inevitabilmente tutto è riconducibile ad un unico aspetto bensì si costruisce e costituisce di più fattori, elementi, punti cardine, i quali gli uni senza gli altri non permetterebbero una operatività funzionale dello stesso.
Ebbene, basti anzitutto pensare che non è casuale parlare interdisciplinarità, multidisciplinarità, complementarietà, tutti termini che riconducono ad un intreccio, ad una sinergia tra più parti che favoriscono poi la “messa in atto”. Parliamo di un paniere, di tante piccole parti che nel loro insieme donano dunque valore all’azione.
Ma quali sono questi vertici nel lavoro educativo?
Competenze, relazioni, professionalità, deontologia, comunicazione, programmazione, incontro (e si potrebbe continuare…) sono tutti elementi cardine di un lavoro educativo ben strutturato che presuppone e si presta ad un cambiamento, perché sì, non può esistere e non esiste un lavoro educativo senza progresso.
Si pensi agli obiettivi. Obiettivi che un educatore ogni giorno nella sua pratica si pone e si propone di raggiungere, sotto qualsiasi punto di vista, che sia da un punto di vista emotivo, relazionale, comunicativo, di socializzazione o altro.
Senza obiettivi anche semplicemente la strada da percorrere correrebbe il rischio di divenire sfocata, conducendo alla perdita di un focus, di quello scopo fissato, del “perché lo sto facendo”.
Elementi cardini dunque, determinanti di quella definita “multiverticità”, non possono che rimandare a quella famosa “cassetta degli attrezzi” che ogni educatore possiede e porta con sé ogni giorno e all’interno della quale ogni secondo della propria vita professionale inserisce ciò che preferisco chiamare valori aggiunti.
Perché si, educare non significa solo guardare all’altro, ma anche conoscere sé stessi, mettendosi in gioco e soprattutto mettendosi in discussione, per poter crescere e migliorarsi e per permettere principalmente quella riflessione acuta e necessaria, a volte introspettiva, circa la strada percorsa ogni giorno, i passi condotti e i traguardi raggiunti; non inteso come punto di arresto, ma come spinta verso nuovi orizzonti.