- Scritto da Lamberto Bertolé
- Categoria: Apprendimento
La questione del rapporto tra adolescenza e apprendimento ha molto a che fare con la costruzione dell’identità dei ragazzi e risulta pertanto fortemente intrecciata al lavoro educativo. È una questione che ci sfida costantemente, su più livelli. Anzitutto, la scuola. Il rapporto dei nostri ragazzi con le istituzioni scolastiche si è spesso incrinato per un’assenza di interventi specifici, carenza di personale, assenza di metodologie in grado di leggere la loro specificità: il loro retroterra, la loro intelligenza in genere legata a modalità di funzionamento lontane da quella linguistico-verbale. Sono ragazzi in buona parte stranieri, provengono da Paesi con una tradizione educativa molto differente e, in alcuni casi, non sono stati alfabetizzati nemmeno nel loro Paese d’origine.
- Scritto da Paolo Tartaglione
- Categoria: Autori di reato
Di seguito propongo la traccia del mio intervento al convegno "L’autorità nei percorsi di cura, tra obbligatorietà e consenso", che si terrà a Milano il prossimo 27 settembre (qui i dettagli), in risposta alle tre domande-stimolo proposte dagli organizzatori.
- La comunità per adolescenti, come soggetto istituzionale radicato nel tessuto sociale ed in rete con i servizi socio-sanitari e giudiziari del territorio, trova la propria peculiarità nella sfida di articolare dimensioni fra loro antitetiche: quella del sociale con quella dell’individuale, del pubblico con quella del privato, del contesto coatto con quello riparativo, della funzione di controllo con quella di sostegno e della temporaneità della cura del singolo con quella della permanenza nel tempo del suo essere istituzione.
- Scritto da Nerina Garofalo
- Categoria: Letture e Visioni
“La petite”, di Michéle Halbertstadt – L’orma editore, 2013
Una grande solitudine in un’abitudine sorda
La petite è un piccolo romanzo, uscito in Francia nel 2011 e a gennaio del 2013 in Italia. Questo piccolo libro tutto rosa e minuto, minuto come minuta è Monique, la protagonista, ha un inizio quasi folgorante, che rimanda in qualche modo all’incipit di Amabili resti di Alice Sebold e all’apertura straziante di American Beauty. Il racconto nel libro comincia così: “Ho 12 anni e questa sera sarò morta”. Questo dice Monique quando inizia a parlare con noi. Ed è lì che, lettrice, ho cominciato a sperare che la narrazione smentisse quella perfetta sintesi generatrice di un vuoto insanabile. Il vuoto che lascia la morte di un bambino, in questo caso una bambina.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Nel mondo
Riportiamo alcuni brani da un’intervista a Frances Crook, responsabile della “Howard League for Penal Reform”, la più antica organizzazione no-profit (esiste dal 1866) attiva per il miglioramento delle condizione dei detenuti e per l’evoluzione del sistema penale.
Le parole di Frances Crook ci conducono all’interno del sistema penale Inglese, nel quale i ragazzi vengono sottoposti a dure restrizioni durante la carcerazione. Dalle sue parole viene duramente criticato un modello molto autoritario e punitivo che non prende in considerazione gli specifici bisogni psicologici, sociali ed educativi dei giovani, affinché i dati delle statistiche relative agli atti di autolesionismo, morte e recidiva possano migliorare.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Nel mondo
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Letture e Visioni
Un gruppo di ragazzini un po’ folli, dolcissimi e intensamente umani. E la loro vita in una casa molto speciale. Quando varca la soglia della comunità, Ginevra ha solo due grossi sacchi neri. Dentro c’è tutta la sua vita di undicenne: giocattoli, vestiti e quaderni accumulati in anni passati tra istituti e famiglie affidatarie, in cerca di un posto da chiamare “casa”. Adesso non sa cosa aspettarsi: e se i bambini e gli educatori fossero cattivi come li immagina nei suoi incubi? O, peggio, se la mandassero via ancora una volta? Per fortuna, quel mondo bizzarro è pronto a stupirla: c’è la signora Tilde, che le prepara grandi tazze di cioccolata calda; c’è Verde, la compagna di stanza, chiamata così perché ha i capelli tinti di color asparago; c’è Bao Kim che non sa parlare bene, ma ha sempre voglia di ridere e giocare. E poi c’è Agape, bello come una creatura marina, che le stringe la mano quando ne ha bisogno, facendole provare qualcosa di nuovo e speciale. Con loro Ginevra sente di non essere sola: in comunità tutti hanno storie dure alle spalle, ma insieme si fanno coraggio, e quando si ritrovano intorno al tavolo sanno che è a questo, in fondo, che serve una famiglia.
“Un albero al contrario” è un romanzo toccante e vitale, che insegna a sperare e a non lasciarsi abbattere. Perché anche senza radici si può trovare la forza per crescere.